Archivio per la categoria ‘Studi Biblici’

Il nostro mandato

Pubblicato: agosto 2013 in Agosto 2013, Studi on-line

Come considerare l’evangelizzazione

Per alcuni la pratica dell’evangelizzare non è facile. Ciò che bisogna ricordare è che, per quanto possa talvolta essere arduo, nessun comandamento che Dio ci ha dato deve risultare gravoso “…questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1 Giovanni 5:3). Se un comandamento ti sembra gravoso, significa che lo stai vedendo in modo storto. Quindi, se a te sembra gravoso andare ad evangelizzare, vuol dire che ne hai un concetto sbagliato.

Capire il nostro mandato:

Quando riflettiamo sull’evangelizzazione è importante capire che Dio ci ha chiamati proprio per questo scopo. Avendo ricevuto la grazia della salvezza, dobbiamo essere la luce del mondo. In Matteo 5:14 Gesù dichiara: “voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può essere nascosta”.Il nostro Sovrano, il nostro Re, ci comanda e ci autorizza ad annunciare il Vangelo ad ogni persona, senza timore e con coraggio. In Matteo 28:18, 20 è scritto: “Ogni podestà mi è stata data in cielo e sulla terra. Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare tutte le cose che vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen”. Ripetutamente, la Bibbia spiega in modo chiaro che il nostro grande mandato è di proclamare il Vangelo a tutti. Perciò, Dio ha l’autorità di comandarci di proclamare il Vangelo a tutti ed il Suo comandamento diventa dunque l’autorità che ci autorizza a parlare con tutti, sia che essi vogliano sentire oppure no. Perciò, quando pensiamo all’evangelizzazione, è importante ricordare che Dio ci comanda di annunciare il Vangelo ad ogni creatura e lo facciamo sotto gli ordini del nostro e del loro Creatore e Signore.

Stanno rifiutando Cristo e non noi:

Quando annunciamo il Vangelo, spesso, la reazione delle persone può essere negativa. Questo non è piacevole, ma non dovrebbe scoraggiarci e non dovrebbe nemmeno sorprenderci. Prendiamo come incoraggiamento le parole di Gesù in Giovanni 15:18-21: “Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; poiché non siete del mondo, ma io ho scelto voi in mezzo al mondo, perciò il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detta: “Il servo non è più grande del suo signore”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo ve lo faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato” (Giovanni 15:18-21). Gesù ci avverte che dobbiamo aspettarci che il mondo ci odi. Egli dichiara che chi non vuol osservare e quindi ascoltare la Sua Parola, non ascolterà nemmeno noi.

La menzogna secondo cui non possiamo evangelizzare:

Quando dobbiamo evangelizzare è facile che possano venirci in mente pensieri menzogneri che ci impediscono di obbedire alla voce di Dio. Queste menzogne ci vengono in mente sotto varie forme: “io non ci riesco”, “io non posso”, “non mi vengono parole”, “mi blocco”. Con tutte queste affermazioni riteniamo Dio un bugiardo, perchè Egli ci comanda di evangelizzare, mentre noi diciamo che non siamo capaci di farlo, ritenendo il suo comandamento gravoso. Dobbiamo ricordare la verità che Dio ci dà in Filippesi 4:13 “io posso ogni cosa in colui che ci fortifica”. In Cristo Gesù possiamo fare tutto quello che Dio ci comanda di fare, perchè Egli ci fortifica ed Egli ci darà le parole necessarie.

Il privilegio di evangelizzare:

Quando riflettiamo sull’evangelizzazione è fondamentale ricordare che siamo onorati e privilegiati ad annunciare l’unico Salvatore del mondo. Quando ci sembra difficoltoso evangelizzare non pensiamo alle circostanze, ma guardiamo a Gesù e alla ricompensa della vita eterna, questa è la chiave per superare ogni difficoltà ed essere onorati e privilegiati in Cristo Gesù e ricordiamo che quando rifiutano di ascoltare o rispondono male a chi annuncia l’evangelo, non stanno rifiutando noi ma stanno rifiutando Cristo.

DOMENICO FISCHETTI

“Vale più la fine di una cosa che il suo principio”

(Ecclesiaste 7:8)

L’identità del salvato

– innanzitutto il salvato ha una “nuova identità”: Efesini 4:20-24; 5:8 (ora siete luce nel Signore); Romani 6:4; Giovanni 1:12-13; 2Corinzi 5:17; Giacomo 6:15;

– ancora imperfetta, ma sulla Via che mena alla perfezione: Efesini 5:1; Matteo 5:48; 1Corinzi 11:1; Filippesi 3:12-14; 1Tessalonicesi 3:11-13

La condizione del salvato: Galati 5:24: Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Leggiamo anche Tito 2:11-13.

 

Le prove

Non siamo del mondo, ma siamo nel mondo; avremo prove e tentazioni: Luca 23:31.

L’esempio di Giobbe 1:8-12, ci mostra come in ogni cosa, Dio ha tutto sotto controllo. Leggiamo anche 2Corinzi 12:7-12.

La nostra vittoria è in Cristo Gesù: Giovanni 8:34-36; Romani 8:31-37; Salmo 62:6; Isaia 12:2.

È bene considerare il valore di essere figli di Dio, messi da parte per servirLo: Galati 4:6-7; Giovanni 15:15; 1Giovanni 3:1; Salmo 115:17-18.

 

La speranza del salvato

– la vita eterna in Cristo Gesù: 1Tessalonicesi 4:17; Giovanni 3:16; 1Giovanni 5:11-13.

– un ammonizione finale per ricordarci che senza la santificazione e la costanza nelle vie del Signore, nessuno arriverà in Cielo: Luca 21:19.

 

Conclusione:

“Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore”
(Filippesi 3:20)

GRUPPO GIOVANILE – S.MARIA C.V.

Iniziamo a premettere dei riferimenti relativi alla salvezza, partendo dalla terminologia biblica. Il Nuovo Testamento, scritto originariamente in greco, utilizza per il termine “salvezza”, il sostantivo “σωτηρία”. Etimologicamente, tale termine suggerisce l’idea di “strappare qualcuno a forza da un grave pericolo”. Lo stesso nome “Gesù” si fa derivare al nome aramaico Yeshua, forma contratta di Yehoshua, “YHWH è salvezza”. Il nostro Signore Gesù è nato per un unico scopo: “…ed ella partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome Gesù, perchè è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati…” (Matteo 1:21)

Addentriamoci, adesso, nel cuore dello studio, analizzando i “come” relativi alla salvezza. Abbiamo premesso che il termine “Gesù”, significa “Dio è salvezza”. Per parlare di salvezza, dunque, a rigor di logica, bisogna ricondurci Cristo…

PIANO DI SALVEZZA:

  1. 1.      COME CI HA RISCATTATI IL SIGNORE?
  • IMMOLANDOSI: (Isaia 53:4-7). Il nostro divino Salvatore, per i nostri peccati, si è umiliato e si è lasciato maltrattare, affinché noi potessimo giovare della redenzione. Tutti noi dobbiamo sapere che Cristo Gesù è il Salvatore dell’intera umanità… Grazie a Lui, noi possiamo avere comunione diretta con Dio e i nostri peccati, qualunque essi siano, possono essere perdonati e lavati dal puro sangue che Cristo versò sulla croce. Leggendo Matteo 26 e 27 ci accorgiamo che il nostro Signore Gesù Cristo si è fatto servo, si rattristò, si angosciò, fu tradito, fu flagellato, fu percosso, fu umiliato, fu inchiodato, schernito e dopo asfissiato, fu trafitto e tutto per noi, umili peccatori riscattati per grazia mediante quel sangue che Gesù Cristo sparse sulla croce. La stessa folla a cui Gesù aveva donato numerose guarigioni, a cui Gesù aveva fatto solo del bene, ora rinnegava il Figlio di Dio, lo tradiva e tutti bramavano la sua crocifissione. Gesù in uno dei più importanti edifici di Gerusalemme (pretorio) fu schernito da circa 600 uomini (coorte), sputato in faccia e picchiato; immaginate ora l’umiliazione. Nonostrante ciò, nonostante tutto il male subito, Egli, dimostrando VERO AMORE, pur di liberarci dalle catene del maligno, si immolò per noi uomini indegni. Il Suo amore è evidente nella richiesta fatta al Padre: (Luca 23: 34)… Andiamo a leggere Giovanni 19:34. Egli, spontaneamente, rese lo spirito. Come facciamo a capirlo? Dalla ferita procuratogli dalla lancia che attraversa il Suo costato è uscito sangue con acqua. In quel momento Gesù era già clinicamente morto, o meglio, come dicono i Vangeli, aveva reso il Suo spirito. Analizzando la Parola, Gesù non ha subito alcuna “ferita mortale”. Questo ci mostra che, anche se aveva subito le flagellazioni, il suo corpo era efficiente, cioè non era morto a causa di qualche malattia o ferita o a causa delle torture subite, ma Lui, spontaneamente, aveva reso lo spirito Suo. La morte di Cristo è stata voluta da Cristo stesso ed è per questo che non ci potrebbe essere altro motivo per morire, all’infuori di quello per il suo amore per noi. (Giovanni 10:18). (Matteo 26:53-54). Con quell’atto ed in quel momento si realizzava alla perfezione il Piano di Salvezza per l’uomo. Gesù, morendo come l’Agnello di Dio, si sacrificava al posto di tutto il genere umano corrotto. Con la sua morte ha pagato la giustizia di Dio, liberando dalla condanna tutti coloro che, da quel momento, si sarebbero voluti accostare a Dio, in aggiunta a coloro che nel passato, secondo le rivelazioni dello Spirito Santo, avevano riposto fede in Lui e nella sua opera  (Isaia 53:5,6). Come segno di approvazione a garanzia della Redenzione, Dio ha risuscitato Suo Figlio Gesù, il quale si è presentato vivente ai Suoi discepoli, insegnando ancora le cose relative al Regno di Dio per 40 giorni. Gesù Cristo, morendo sulla croce, ha portato su di Sè i peccati degli uomini, liberandoli dall’ira e dal giudizio di Dio. Noi siamo salvati per grazia per mezzo del sangue di Cristo Gesù che che ci purifica da ogni peccato. Il Signore ci ha ottenuti, liberandoci dalle tenebre, strappandoci con forza dall’oscurità del peccato, e “riscuotendoci” dal potere di Satana. (Colossesi 1:13).

  1. COME SIAMO STATI SALVATI?
  • PER GRAZIA… (Efesini 2:4-10).  La Grazia è “il favore di Dio non meritato dall’uomo”, è un dono che Dio fa all’uomo (Romani 6:23).  Lewis Sperry Chafer, evangelista itinerante e professore di teologia, riguardo alla grazia afferma “…la grazia non è nè il trattare una persona come merita, nè il trattarla meglio di come merita. E’ un trattamento benevolo senza alcun riferimento ai suoi meriti. La grazia è amore infinito…”. La grazia è la fonte della giustificazione. L’uomo colpevole e condannato davanti a Dio, a causa del peccato, viene assolto e dichiarato giusto (giustificato), per grazia (Romani 3:24). La Parola della Sua grazia può vivificarci, edificarci e darci eredità celeste: (Atti 20:32)

  1. COME GIUNGERE ALLA SALVEZZA?
  • CREDERE: (Atti 16:30-31). Il primo passo per giungere alla salvezza è credere nel Signore Gesù Cristo: 1) riconoscere che il nostro Salvatore è morto per i nostri peccati, sacrificando se stesso sulla croce, 2) essere consapevoli che Dio ha un piano divino e benevolo da portare a compimento (Giovanni 3:16).
    • RAVVEDERSI: (Atti 2:38,39). Ravvedimento, nella teologia cristiana, traduce il termine greco μετανοια, che significa “trasformazione della mente”. “Trasformare la mente” significa essenzialmente modificare il nostro atteggiamento e cambiare il nostro modo di agire, di pensare e di vivere. Il ravvedimento rappresenta l’allontanamento e l’abbandono del peccato e una vita vissuta secondo la divina volontà, affidandosi completamente a Cristo (Geremia 25:5), (Marco 1:15).
    • RIGENERARSI: (Giovanni 3:5,6). Il termine rigenerazione (in greco antico: παλιγγενεσια: “nuovo inizio”) viene usato nella teologia biblica cristiana, per indicare l’opera mediante la quale Dio, tramite il Suo Santo Spirito, infonde vitalità spirituale nel cuore di una persona. Quando questo accade, essa (persona rigenerata) si sente irresistibilmente attratta a Dio e si ravvede dal modo di pensare e di vivere precedente (vita nel peccato), crede fermamente a ciò che le Sacre Scritture affermano sulla Persona e sull’opera di Cristo come qualcosa che la coinvolge, sente dentro di sé amore e riconoscenza verso Dio, che l’ha resa oggetto della sua grazia, desidera ubbidire a quanto Dio comanda nella Sua Parola, come pure di approfondire la conoscenza delle cose di Dio e di crescere nella fede. In Giovanni 3:5,6 si parla di “nascere d’acqua e di spirito”. “D’acqua” indica che la trasformazione della vita deve avvenire attraverso il lavaggio dell’acqua della Parola, (Efesini 5:26), e, come il teologo Diodati dice, “per acqua intende l’espiazione e la remissione del peccato”. “Di Spirito” intende una rinascita spirituale, un’ “opera di rigenerazione e santificazione interna dell’uomo” (Tito 3:5). Questa trasformazione interiore è così radicale che ad essa è equiparabile ad una personale nuova nascita, appunto “ri-generazione” e ad essa si possono applicare le categorie di morte e vita. (Efesini 2,1); (Colossesi 2,13); (Matteo 19,28). In altri testi si parla di “circoncisione del cuore”, per illustrare con evidenza la radicale svolta nella vita di una persona. Un segno ed un suggello della rigenerazione è il battesimo, attraverso cui la persona rigenerata evidenzia e certifica pubblicamente l’avvenuta salvezza nella propria vita (Marco 16:16).

  1. 4.      COME IL SALVATO DEVE CAMMINARE?
  • ESERCITANDO LA FEDE: (Ebrei 11:6)
  • AVENDO UNA MENTE INTEGRA: (Efesini 4:17); (Filippesi 2:5); (Efesini 4:23)
  • RESISTERE AL PECCATO: (Colossesi 3:1,2); (I Giovanni 2:15)
  • AMARE IL PROSSIMO: (I Giovanni 4:11); (Efesini 4:32)
  • SEGUIRE E IMITARE CRISTO: (Matteo 5:16); (Efesini 5:1,2)
  • OBBEDIRE ALLA PAROLA DI DIO: (Salmo 119:105).(Deuteronomio 28: 1,2).

CONCLUSIONE

Rivolgiamoci, con cuore umile, dinanzi al nostro Signore, “corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta” e, rivestiti dell’ELMO DELLA SALVEZZA, della SPADA DELLA PAROLA e dello SCUDO DELLA FEDE, “combattiamo il buon combattimento”, sicuri e certi che il Signore darà la Sua divina e giusta ricompensa a quanti lo temono e obbediscono alla sua Santa Parola. Come imitatori di Cristo, noi, salvati per grazia da quel sangue innocente versato sulla croce, resistiamo al peccato, continuiamo ad essere dei buoni testimoni dell’opera di Dio e, ripieni del suo Santo Spirito, in quanto “luce del mondo”, illuminiamo le tenebre che avvolgono l’umanità facendo conoscere a tutti la VERITA’.

DOMENICO TURCO

“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio,

affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.”

(Giov. 3:16)

1.INTRODUZIONE: LA NECESSITA’ DELLA SALVEZZA

Il seguente studio ha per oggetto il perché della salvezza. La domanda a cui bisogna dare una risposta è: Perché ognuno di noi deve essere salvato? Da che cosa bisogna essere salvato? La necessità della salvezza risale alle origini dell’essere umano. Dio in sei giorni creò l’universo e creò anche l’uomo. Tra tutti gli esseri viventi, l’uomo fu dotato di dominio sopra gli altri. Dio pose quest’ultimo nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse; tuttavia, il Signore diede un ordine particolare alla sua creatura: poteva mangiare da tutti gli alberi del giardino tranne che da uno solo (Genesi 2:16-17). L’uomo fu posto in una condizione di libertà nel giardino e in tale libertà è sottintesa anche la libertà di scelta. Senza tale libertà di scelta, l’uomo sarebbe semplicemente un robot, una macchina. Tuttavia, egli cadde nella rete del nemico disubbidendo al comandamento del Suo Creatore. La conseguenza di tale disubbidienza fu la morte; d’altra parte, lo stesso Signore lo aveva preannunciato (Genesi 2:17).

2.IL PIANO DI DIO

Nella Sua infinità bontà, Dio ha predisposto una possibilità per l’uomo, il quale può tornare ad avere continuare ad avere comunione con il Signore e vincere la seconda morte, la morte spirituale. Tale rimedio è rappresentato dalla SALVEZZA, un mezzo per il quale vi è  “la liberazione del peccatore dai legami del peccato e della morte” (Ebrei 2:14-15). Per ognuno di noi, è stato predisposto un piano da Dio: Egli ci ha amato prima ancora che fossimo venuti al mondo, e il Suo amore continua con il sacrificio di Cristo, che è l’unica efficiente soluzione allo stato di peccato dell’uomo (Giov. 3:16). Possiamo beneficiare di quest’opera solo per grazia mediante la fede. Affinché il piano divino sia adempiuto, è necessario che ogni buon cristiano indossi un pezzo importante dell’armatura del credente, ossia l’ elmo della Salvezza (Efesini 6:17). Possiamo domandarci quindi: “Chi rientra in questo piano di Dio? Tutti coloro che sono peccatori (1 Timoteo 1:15).

3.VARI MOTIVI CHE SPINGONO ALLA SALVEZZA

Possiamo elencare alcuni tra i perché essenziali affinché l’uomo ricerchi la salvezza:

a.  Perché tutti siamo peccatori (Romani 3:23; Galati 3:22). Ogni uomo è peccatore e quindi bisognoso della salvezza: non si può affermare il contrario (1Giovanni 1:8-10). Un peccato che, come riportato prima, è frutto della scelta errata dell’uomo, il quale, caduto in tentazione, ha scelto la morte. Il peccato si può configurare sotto diverse accezioni:

  1. Disubbidire alla Santa Parola (Geremia 7:26): ognuno di noi è chiamato a servire il Signore secondo la via designata da Egli stesso, ossia secondo gli insegnamenti della Sua Santa Parola. Essa solo è una guida per il nostro cammino (Salmo 119:105). Bisogna non solo udire la Parola ma anche metterla in pratica: “Attenti dunque a come ascoltate” (Luca 8:18; Marco 4:23).
  2. Condurre una vita nell’empietà (Romani 1:18): l’empietà rappresenta un disprezzo o un rifiuto di ciò che ci offre il Signore. L’empio non ha cura e rispetto per le cose di Dio. Egli è senza Dio, perché non vuole Dio. Il Signore si è fatto conoscere nella vita di ognuno di noi e ha dato un importante insegnamento: abbandonare l’iniquità e ricercare la giustizia (Giovanni 3:19-21).

  1. Avere un debito nei confronti del Signore (Matteo 6:12): l’uomo deve a Dio l’osservanza dei Suoi comandamenti, quindi ogni peccato commesso è contrarre un debito con Lui. Perciò l’uomo, come rimedio indispensabile, deve chiedere il perdono e la remissione del debito stesso e accettare il Signore come personale Salvatore (Efesini 1:7).
  2. Trasgredire, ovvero andare al di là dei limiti (Romani 4:15): la Parola di Dio si presenta come una guida ed un riferimento utile che ha lo scopo di impedire che l’uomo vada al di là di ciò che è scritto. Essa delinea una sorta di confine oltre il quale non bisogna andare altrimenti si trasgredisce alla legge (1Giovanni 3:4).
  3. Commettere un errore (Ezechiele 45:20): si tratta di quei peccati commessi per disattenzione o ignoranza che sono ben diversi da quelli commessi con consapevolezza. Anche questi sono peccati.

b.  Perché la salvezza libera l’uomo dalla condanna (Romani 8:1). Solo in Cristo, l’uomo può essere mutato e cambiato di ogni sentimento (Romani 6:22-23). In Lui, non si teme più una condanna. Egli sono ci giustifica: infatti, noi che siamo colpevoli, venendo salvati, verremo assolti dal Giusto Giudice (Giovanni 5:24; 1 Tessalonicesi 5:9).

c.  Perché la salvezza libera l’uomo dalla morte, che rappresenta il frutto della condanna (1Corinzi 15:24-55). L’uomo è stato creato nell’immortalità, per non morire fisicamente, ed egli sarebbe potuto vivere senza limiti se avesse preservato la sua innocenza e avesse continuato a mangiare dell’albero della vita. La sua vita fu sottoposta ad una condizione di ubbidienza verso il Padre e, pertanto, non sarebbe morto se avesse ubbidito alla legge di Dio. Quando Adamo disubbidì alla legge, iniziò la morte fisica (Genesi 2:17). Però, Dio ha permesso che l’uomo potesse conciliarsi con Lui spiritualmente e perciò è stato predisposto un piano di salvezza per la sua anima. Egli stesso, presentandosi come Salvatore, si dichiara come l’unica via (Giovanni 14:6; Atti 4:10-12). Tuttavia, se l’uomo rimane restio anche a tale speranza, vi sarà un giudizio di morte dell’anima, che sarà destinata alla perdizione eterna (Romani 6:23).

d.  Perché la salvezza ci libera dai ogni desiderio che non viene Dio, sia della carne che del mondo (Romani 7:24-25; Galati 1:3-5; 2:20; 5:24). La salvezza dell’uomo produce la repressione dalle tentazioni della carne e del mondo. Coloro che vengono salvati diventano figli di Dio e hanno lo sguardo solo rivolto a Lui (Romani 8:9; Colossesi 3:1).

4.CONCLUSIONE

Tutti necessitano di essere salvati perché nessuno scamperà al Giusto Giudizio (Ebrei 9:27). Deve essere nel desiderio di ognuno di noi godere l’eternità con il Signore. Per raggiungere tale meraviglioso obiettivo, bisogna “nascere di nuovo” (Giovanni 3:1-8). Una nuova nascita che produce vita eterna, intesa come comunione con Dio, una comunione che la morte non può né interrompere né distruggere.

 

Gesù infatti disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?»”

(Giovanni 11:25-26).

FRANCESCO TURCO jr.

Scarica Studi in .pdf

Pubblicato: aprile 2012 in Scarica

Gli “effetti” della Salvezza.pdf

I “come” della Salvezza.pdf

La Salvezza: Perché?.pdf